Questo laboratorio espressivo nasce per offrire uno spazio e un tempo dedicati ai caregiver familiari, persone che si trovano ad affrontare un cambiamento di vita profondo, complesso e non scelto, sostenendo quotidianamente un proprio caro non autosufficiente o con una patologia cronica.
Spesso invisibile e sovraccarico di responsabilità, il caregiver è in costante movimento verso l’altro. Ma cosa accade quando egli si concede di fermarsi? Quali tracce lasciano i suoi gesti silenziosi, ripetuti, quotidiani?
A partire dalle basi del linguaggio teatrale – corpo, voce ed emotività – il percorso accompagna i partecipanti in un’esplorazione creativa e in una rielaborazione fatta di improvvisazioni e scrittura scenica, facendo del teatro uno spazio in cui l’esperienza può trovare voce e forma.
Il laboratorio si fonda sull’ascolto, sul rispetto dei tempi individuali e sulla valorizzazione del corpo come archivio emotivo.
Accanto alle pratiche teatrali verranno introdotte incursioni multidisciplinari che includono tecniche vocali e di respirazione, movimento e musica, pensate come momenti per la cura di sé e la condivisione con l’altro.
Non è richiesta alcuna esperienza teatrale: il percorso, non performativo, si basa sull’apertura, sul dialogo e sulla ricerca di nuovi linguaggi per raccontarsi e riconoscersi.
A cura di Klaus Martini con Laura Giavon, Nicoletta Oscuro e Hugo Samek